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Il vecchio e la bambina

5 Aprile 2020
Le strade sono ormai quasi deserte a Firenze. Silenzio, movimenti lenti, una pulizia nuova dell’aria, una meraviglia – e però anche un’angoscia di fondo che entra nell’anima. Come la sensazione limpida dell’assenza. Del lutto. Tante persone scomparse. E scomparse in solitudine, senza nome, indicate con l’età e le malattie pregresse, ridotte a curva statistica. Malati ignoti. Nessuno che può fargli visita, dare un bacio o tenere la mano. Neppure l’abbracciarsi dei propri cari, dopo: un rito in cui essere ricordati, che dia una specie di misura della vita vissuto. Se pensi che è stata bella, pensi che abbia lasciato del calore nel mondo. Io esco di casa per andare a fare il baby sitter. Nipotina di un anno e mezzo, genitori che lavorano, unico nonno disponibile. E stare con una bambina piccola è come una rinascita. Una ventilazione di vita, come ricominciare da capo a vedere il mondo. Anche un po’ inventarlo, perché ogni giocattolo e ogni oggetto è provato in tutte le sue possibili combinazioni. Nessuna istruzione per l’uso è accettata. Tutto prova a contenere tutto, ogni forma tenta di combinarsi con un’altra. Da un lato si imita dall’altro si reinventa. I giocattoli più raffinati si esaltano nell’essere rivoltati, aperti, tolti e rimessi nella scatola. È come l’allegria universale dei cuccioli. La festa dell’esserci, fra le persone e le cose – nell’aria, nel sole e nel vento. Un potente antidepressivo sono anche i miei ex studenti, pure chiusi in casa, che seguo ancora nei loro gruppi Whatsapp o su Instagram. Mi sembrano mille volte più sensibili e densi di vita degli adulti. E di fronte a un mondo mille volte peggiore di quello che avevamo davanti noi. Allora tutto sembrava possibile, tutto nelle nostre mani. Per loro è già molto immaginarsi uno spazio ravvicinato, intimo, in cui non essere travolti. Eppure i loro occhi a me parlano sempre di desiderio ed energia. Di apertura al mondo. Sono “sdraiati” solo per il narcisismo degli adulti. Organizzano con gli insegnanti delle video-lezioni, che spero un po’ funzionino. Comunque la scuola megamacchina di programmi e voti non credo subirà chissà quali problemi. Si adatterà. L’esperienza personale delle ragazze e dei ragazzi porterà invece dei segni non facili da immaginare. E tuttavia nelle chat la conversazione spesso molla gli insegnanti e si sposta fra loro, diventa gioco – quello abituale, antico: battute, scherzi, prendersi in giro. La scuola è sempre stata anche questo tessuto leggero interpersonale, una rete orizzontale di comunicazione. Non si insegna e non si impara nulla senza una dimensione informale, di relazioni vive dove sei presente non solo con la tua testa da riempire, ma con il tuo corpo, il tuo sguardo, la tua anima. Il corpo ora è un’assenza, però credo li abbiano ben presenti i loro corpi quando premono la tastiera. Adesso quegli sguardi non so come si muovano per la casa. E chissà come lo vedono il mondo fuori, lo spazio desertificato, il tempo sospeso. Penso che se un futuro potrà esserci, dovrà essere molto diverso. Più

La quarantena di chi una casa non ce l’ha

4 Aprile 2020
L’indicazione di stare a casa, che viene ripetuta continuamente per contrastare il contagio da Coronavirus, va indubbiamente seguita. Ma occorre, nel contempo, riflettere su come suoni beffarda per chi la casa non ce l’ha o abita in situazioni di grande precarietà o di sovraffollamento. E trarne le dovute conseguenze, e cioè l’esigenza di interventi sociali indispensabili e urgenti, l’impegno a mobilitarsi in tal senso e a sollecitare le istituzioni affinché li facciano, la presa di coscienza che da una crisi come quella attuale o se ne esce veramente tutti/e insieme o si avrà una ferita gravissima al senso comune di umanità, una ferita difficilmente rimarginabile. Si tratta di intervenire immediatamente:– per diminuire le presenze in carcere,– per distribuire, senza tener conto di eventuali condizioni di irregolarità (per cui occorre anche chiedere con forza, una sanatoria generale) i/le migranti, i/le richiedenti asilo, i profughi e le profughe stipati in strutture di accoglienza e di contenimento,– per abrogare le norme che impediscono di erogare acqua e luce agli immobili occupati (fra l’altro, come fanno gli/le occupanti a lavarsi spesso le mani, seguendo le prescrizioni anti-contagio?),– per far sì che i campi Rom abbiano a disposizione cibo e acqua (e non ci si limiti ad un controllo poliziesco, perché nessuno possa uscirne),– perché ci si faccia carico dei senza dimora trovando una collocazione che eviti loro di contagiarsi e di contagiare. È evidente che occorre in proposito un piano straordinario a livello comunale, che metta insieme tutte le risorse e le energie disponibili, mettendo in campo il patrimonio immobiliare pubblico non utilizzato e lo strumento delle requisizioni (vedi le proposte di “Firenze città aperta”), al fine di avere strutture disponibili per coloro che devono essere messi in quarantena, per la redistribuzione delle persone in condizioni di sovraffollamento, per dare un’abitazione provvisoria a chi ne è privo. Solo così si possono mettere le basi per una fuoruscita dall’emergenza che non sia riservata soltanto a coloro che sono “garantiti” e dia piena attuazione a quei principi di umanità e di solidarietà che dovrebbero essere la bussola della nostra azione (e non soltanto nei momenti di crisi). Moreno Biagioni #CronacheDalFuturo

Breve cronaca giudiziaria in tempi di epidemia (a lieto fine)

2 Aprile 2020
C’è un Giudice a Firenze… Breve cronaca giudiziaria in tempi di epidemia (a lieto fine) C’è un’azienda “leader nel settore della consegna a domicilio di pranzi e cene” che vanta partnership con i migliori ristoranti e che assicura di portarti a casa tutto quello che desideri, dalle tagliatelle della nonna alle prelibatezze di uno chef stellato. Un’azienda che vanta “milioni di clienti” in tutto il mondo e sedi in ogni parte del pianeta e forse anche oltre. C’è poi un rider per il quale l’emergenza è come se non ci fosse, pedala come prima, lavora come prima, stessi turni massacranti, stessa fatica, stessa miseria di paga. Anzi lavora forse di più, ché tutti vogliono stare al sicuro a casa con marito/moglie e figli, evitando magari anche di fare la spesa, tanto c’è il rider che mi porta a casa da mangiare. Il rider, venuto da chissà quale parte delle Terra, si sogna di fare una richiesta impensabile, lasciando tutti sbalorditi: ma i dispositivi di sicurezza?! Possibile che non ci diano almeno dei guanti, una mascherina, un disinfettante per i contenitori? Insomma è matto. In questi tempi di emergenza va ad impuntarsi su questi cavilli. Ha voglia di lavorare o no? Ma la Madreterra che l’ha portato sino a Firenze per chissà quali percorsi deve avergli insegnato in qualche momento della sua vita che la vita è dignità e quindi che anche il lavoro è dignità. Che vuol dire anzitutto rispetto per sé stessi. E allora il rider si impunta a fa una cosa davvero folle. Si rivolge al Tribunale del lavoro di Firenze, in un periodo in cui, per di più, i Tribunali sono chiusi e le udienze sospese. Il Tribunale del lavoro di Firenze, ritiene che la questione debba essere affrontata nonostante la chiusura delle aule di giustizia poiché ha ad oggetto “la tutela di diritti fondamentali della persona”, visto il “rischio di un possibile contagio”, ritiene che le norme sulla sicurezza sul lavoro si applichino anche ai riders e senza neanche convocare l’azienda in pochi giorni le “ordina” di consegnare immediatamente i dispositivi di sicurezza indispensabili per proteggere la salute del lavoratore. Il piccolo rider ha vinto molto di più che una mascherina ed un paio di guanti. Perché ci ha dato coraggio in un tempo buio, ricordandoci che la strada dei diritti non deve conoscere ostacoli, non deve fermarsi neppure davanti ad una multinazionale, neppure davanti all’imperatore. Anche in questa notte, bisogna crederci. #CronacheDalFuturo

Requisire per meglio curare

31 Marzo 2020
A Firenze 1.000 posti letto per la quarantena di contagiati, sorvegliati e persone a rischio? SI PUÒ FARE!Costa meno in termini di vite perse e di denaro speso. Scarica il testo integrale della proposta in PDFScarica il volantino In queste ore l’attenzione di tutte le istituzioni è giustamente centrata sull’emergenza sanitaria, per tamponare agli effetti di un decennio di tagli del SISTEMA SANITARIO NAZIONALE che ci ha fatto trovare impreparati. E questa impreparazione è ancora più evidente per quanto riguarda la produzione dei DISPOSITIVI DI SICUREZZA.I teorici della spending review in campo sanitario che hanno tagliato e ridotto le capacità del pubblico affidandosi progressivamente al privato per subentrare e poter teoricamente sopperire alle mancanze dello Stato, cosa direbbero oggi? È ormai sotto gli occhi di tutti e tutte che se riuscissimo a calcolare i costi sociali, economici e umani che sosteniamo e dovremo sostenere nei prossimi mesi per l’emergenza Covid19 questi sarebbero di molto superiori rispetto al ‘risparmio’ ottenuto dai tagli alla Sanità in Italia. Siamo di fronte ad un’azione profonda e necessaria da condurre ad ogni livello. I comuni, ed in particolare gli enti di medie dimensioni e quelli che, come il Comune di Firenze, non vi hanno provveduto ancora, visto l’esplosione dell’emergenza, possono fare molto per prepararsi al periodo di gestione della quarantena ed evitare che la pandemia si sviluppi oltre. Questo lo si deve fare anche prevedendo di poter aiutare gli altri territori più in difficoltà. Ne usciremo quanto prima riusciremo a comprendere che non esistono più confini a proteggerci. La gestione della quarantena e dell’allontanamento da situazioni di rischio è e sarà fondamentale, sia per le persone contagiate che per i familiari che sono le prime persone esposte da non obbligare alla convivenza forzata che può diventare causa di ulteriore contagio. A questo proposito abbiamo trovato di particolare interesse l’articolo pubblicato dal Presidente dell’accademia dei Lincei Giorgio Parisi. Ad oggi il Comune di Firenze, tramite una convenzione della Regione con gli alberghi, ha comunicato di avere reperito alcune centinaia di camere, al prezzo giornaliero tra €30,90 i €38 oltre al costo dei servizi necessari. È una misura utile, non c’è dubbio, ma che sarebbe stata adeguata ad una situazione ordinaria. In questa fase NON BASTANO le misure ordinarie.  Siamo in una situazione di emergenza dove ogni euro deve esser speso ottenendo il massimo beneficio, tramite l’utilizzo di ogni strumento messo a disposizione dalla normativa emergenziale, comprese appunto le requisizioni. #NIENTESARAPIUCOMEPRIMA Tante e tanti fiorentini, nel silenzio, hanno messo a disposizione di medici, infermieri e personale sanitario, i propri alloggi vuoti, di norma locati a turisti, anche gratuitamente, avendo scelto di sostenere così chi sta salvando le vite. CHIEDIAMO che la stessa cosa sia fatta dalle grandi proprietà che gestiscono enormi patrimoni immobiliari (banche, curia, assicurazioni). Certo c’è bisogno di attenzione e studio. Non ogni immobile va bene, non qualunque spazio può essere utile ad ogni tipo di situazione e persona da accogliere. Ovvero se per le famiglie che hanno necessità di spostarsi dall’abitazione per stare lontano dal familiare

Oltre 300 firme per la salute di tutti e la pace

29 Marzo 2020
L’appello lanciato dall’associazione politica Firenze Città Aperta già ha raccolto più di 300 firme. S’intitola Emergenza Coronavirus: Firenze città operatrice di pace per il blocco delle produzioni militari ed è indirizzato al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, al Sindaco di Firenze Dario Nardella e alla Prefetta di Firenze Laura Lega. La richiesta: le Istituzioni Locali e la Regione si adoperino perché la produzione di armi venga immediatamente esclusa dalle produzioni ritenute essenziali e, conseguentemente, si consenta ai lavoratori impegnati in questo settore di stare a casa. Nell’emergenza che stiamo attraversando, di fronte alle vistose falle del nostro sistema sanitario, di fronte a un’area sempre più vasta di cittadine e cittadini in gravi difficoltà economiche, di fronte alla necessaria chiusura di molte attività produttive e commerciali, le industrie di armi continuano indisturbate a costruire strumenti di distruzione. È il momento di dire basta, di fermare la produzione bellica, di riequilibrare il sistema di priorità del nostro paese, mettendo al primo posto la difesa e la promozione della salute di tutte e di tutti, la difesa dei diritti del lavoro, una reale redistribuzione delle ricchezze. Per questi motivi l’associazione Firenze Città Aperta ha lanciato l’appello Emergenza Coronavirus: Firenze città operatrice di pace per il blocco delle produzioni militari, che si pone come punto di partenza per chiedere al Governo italiano, da ora e nei prossimi mesi, di fermare la produzione e il commercio di armi, di ridurre drasticamente le inutili spese militari destinando tali fondi a settori ben più vitali del bilancio statale, di progettare una riconversione dell’industria bellica verso produzioni socialmente utili. La petizione è stata pubblicata su Change.org e ha rapidamente ottenuto la positiva accoglienza di centinaia di firmatari indignati. Di seguito il testo integrale dell’appello: Emergenza Coronavirus: Firenze città operatrice di pace per il blocco delle produzioni militari. Chiudiamo lo stabilimento degli F-35 e tutti gli impianti delle produzioni militari! Riteniamo che la produzione di armi – già da impedire o, quanto meno, limitare, in tempi normali – sia assolutamente da bloccare oggi a causa del Coronavirus e che vada tolta immediatamente dalle produzioni ritenute essenziali. Come sostiene la campagna lanciata da Sbilanciamoci, Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo, a cui aderiamo, le fabbriche vanno immediatamente chiuse e va chiuso, fra gli altri, lo stabilimento di Cameri (Novara), che produce e assembla i caccia F-35, gli aerei da guerra di cui andrebbero definitivamente impediti sia la produzione, sia l’acquisto. Lo stabilimento di Noveri è ancora aperto nonostante due lavoratori siano già stati riscontrati positivi al Coronavirus. Anche le aziende militari dell’area fiorentina, a partire dalla Leonardo (ex Galileo), devono chiudere immediatamente e per questo chiediamo l’intervento della Prefetta di Firenze. Pensiamo anche che il blocco da noi richiesto debba essere anche uno stimolo per considerare seriamente la riconversione delle fabbriche che producono armi e sistemi d’arma. Chiediamo alla Regione Toscana e alle Istituzioni Locali di intervenire in appoggio a questo nostro appello e di adoperarsi perché l’emergenza attuale sia finalmente l’occasione per l’applicazione dell’Articolo 11

Resistere all’emergenza: il lavoro nei provvedimenti del governo in materia di Coronavirus

24 Marzo 2020
Care e cari Vi invitiamo a partecipare martedì 24 Marzo alle 18:30 al seguente video-incontro “Resistere all’emergenza: il lavoro nei provvedimenti del governo in materia di Coronavirus“ conavv. Danilo Conte, giuslavoristaprof. Giovanni Orlandini, Università di Sienadel “Centro Studi Diritti e lavoro flash“ Testo in PDF del DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18. PER PARTECIPAREDato che i numeri sono limitati dalla piattaforma, chiediamo di inviare una conferma di partecipazione a: firenzecittaaperta@gmail.com Altrimenti, se sono rimasti posti disponibili, puoi collegarti all’ora precisa a questo link. Se richiesto Numero riunione (codice di accesso): 146 138 810Password riunione: nUKnnMuq372 Da PC o smartphone di sarà richiesto di installare un programma o app per eseguire un’applicativo. È assolutamente normale e si tratta di servizi sicuri; se utilizzate smartphone consigliamo l’uso di internet tramite wireless dato che si utilizza una quantità di banda rilevante.Si consiglia l’uso di cuffie. Firenze Città Aperta Foto di rottonara da Pixabay

Il Sindaco Nardella: ossessionato dal controllo, ma disinteressato al rischio di chi lavora

23 Marzo 2020
COMUNICATO STAMPA DI FIRENZE CITTÀ APERTA – 23/03/2020 L’associazione politica Firenze Città Aperta: “il Sindaco Dario Nardella chieda al Prefetto di verificare la chiusura di tutte le attività non essenziali. E ancora: avvii i controlli nelle aziende aperte e chiuda quelle non in regola. Il tempo di mostrare che le Istituzioni Locali hanno un ruolo nella gestione della crisi sanitaria è adesso. Da questa mattina migliaia di lavoratrici e lavoratori di Firenze si trovano a fronteggiare l’incerta applicazione dell’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio Conte, che lascia molti aspetti indeterminati e troppe aziende aperte. Mentre il Parlamento e i Consigli Comunali limitano o interrompono le loro attività per proteggersi dal contagio, non vediamo la stessa attenzione per i lavoratori e le lavoratrici. La chiusura delle attività non essenziali va applicata con immediata prontezza e nella maniera più severa possibile. Ci aspetteremmo che il Sindaco Nardella parlasse di questo e che attivasse la macchina comunale per l’ottenimento di questo risultato, finalizzato a bloccare l’espansione della pandemia. Invece anche oggi rilascia dichiarazioni finalizzate solo alla sorveglianza dei cittadini, reclama l’esercito, richiede al prefetto l’utilizzo di software illeciti per rilevare assembramenti. Nemmeno una parola e un’azione per chi lavora, per chi deve prendere i mezzi pubblici, per il controllo della situazione di sicurezza nelle aziende, comprese quelle connesse ad attività essenziali. Il decreto permette alle aziende persino di comunicare aperture in deroga al decreto stesso: questa opportunità è francamente inaccettabile. Ma anche su questo nulla, mutismo totale! Eppure lo sa bene anche Lei, Sindaco Nardella: o non è forse per questa ragione che ha firmato e inviato al Presidente del Consiglio Conte e al Presidente della Regione Rossi una lettera in cui si chiede: “che sia fatto uno sforzo ulteriore: quello della chiusura, sull’intero territorio nazionale, di tutte le attività che non facciano parte del settore alimentare, medicale o sanitario, e delle relative filiere di produzione e di distribuzione o dell’informazione e degli altri settori essenziali”? Ricordiamo ancora una volta che il Sindaco ha il compito istituzionale di garantire la salute pubblica. Ci sono una serie di azioni che il suo ruolo gli consente e dato che a lui non sono venute in mente gliele suggeriamo noi. Sia coerente, Sindaco: chieda al Prefetto di NON autorizzare alcuna deroga; concordi col Prefetto un piano di verifiche sanitarie nelle aziende aperte e un piano di monitoraggio nelle aziende pubbliche; comunichi alle aziende che NON permetterà alcun abuso; apra un tavolo permanente con le organizzazioni sindacali. Le nostre strade sono vuote di cittadini e piene di telecamere, di mezzi militari e di Polizia Municipale. Usiamo queste risorse non per minacciare e sorvegliare i residenti, ma per verificare che le lavoratrici e i lavoratori non rischino la propria salute e quella degli altri per raggiungere il luogo lavoro e, una volta arrivati, all’interno di esso. Sappiamo che Dario Nardella è fiero del numero di telecamere installate in città. Noi invece vorremmo che comunicasse i numeri: dei nostri concittadini che possono NON rischiare la vita stando a casa;

Il Sindaco di Firenze non nasconda la testa sotto la sabbia

21 Marzo 2020
COMUNICATO STAMPA DI FIRENZE CITTÀ APERTA – Firenze 21/03/2020 “Il Sindaco di Firenze non nasconda la testa sotto la sabbia. La salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici viene prima del profitto!” È con queste parole che l’associazione politica Firenze Città Aperta chiede al Sindaco di Firenze Dario Nardella di intervenire per la chiusura immediata di tutte le aziende con l’esclusione solo di quelle strettamente indispensabili e comunque di tutte le aziende che non siano in grado di garantire la massima sicurezza ai lavoratori e alle lavoratrici. I sindaci sono responsabili della salute pubblica nelle città che amministrano. Ne sono consapevoli quei sindaci della provincia fiorentina che hanno già accolto la richiesta proveniente da diversi sindacati di intervenire per far chiudere le aziende che non garantivano le condizioni di sicurezza assolutamente indispensabili per continuare la produzione. Questa giusta rivendicazione si sta levando sempre più forte da più parti a livello nazionale. Ma non basta: oggi più che mai è necessario chiudere tutte le aziende che operano in settori non essenziali. Continuare a far muovere ogni giorno milioni di persone per raggiungere fabbriche e uffici rischia di rendere inutili i provvedimenti governativi e vanifica gli sforzi che il Paese sta facendo in questo momento. Se il Governo è già intervenuto con vari decreti, le Istituzioni Locali hanno tutto il diritto e – aggiungiamo noi – anche il dovere di chiedere alle aziende che non sono in grado di rispettare le condizioni di sicurezza di chiudere e sanificare gli ambienti, in quanto possibile elemento di rischio per la salute dei lavoratori e, quindi, di tutta la comunità. Inoltre, i Sindaci possono avere un ruolo nell’assicurare controlli in particolare nelle piccole e medie imprese che, a differenza delle grandi fabbriche sindacalizzate, potrebbero non ottemperare alle disposizioni nazionali. Allo stesso modo, è necessario controllare che le normative di sicurezza siano rispettate in materia di trasporto pubblico locale sia per quanto riguarda il contingentamento dei passeggeri, sia per quanto attiene alla pulizia dei mezzi. Dopo gli esempi dei sindaci di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, chiediamo a Dario Nardella di non nascondere la testa sotto la sabbia e decidersi a difendere la salute pubblica non solo con ordinanze che sorvegliano lo spostamento dei singoli, ma andando alla radice del problema: ossia la difesa del lavoro e della sua dignità. L’associazione Firenze Città Aperta Portavoce Daniela Chironi e Francesco Torrigiani Presidente Andrea Bagni Foto di joffi da Pixabay

Siamo in guerra: un messaggio sbagliato alla cittadinanza

19 Marzo 2020
Siamo in guerra, ci ripetono dalla Giunta di Firenze. Tutto quel che viene fatto è quindi necessario, senza possibilità di replicare, sembra si voglia implicitamente intendere. Così vorrebbero che apprendessimo passivamente di un gruppo di container in un parcheggio scambiatore, per accogliere eventuali persone affette da COVID-19. Si sta realizzando quest’area di emergenza in viale Guidoni, nonostante la città sia svuotata dagli insostenibili flussi turistici a cui era sottoposta. Tra i provvedimenti nazionali per far fronte all’emergenza che stiamo attraversando c’è anche quello che offre la possibilità di requisire immobili per sei mesi (o periodi superiori se la crisi non si risolverà positivamente in questo lasso di tempo). Si è già fatto tutto il possibile in questo senso? Perché un campo allestito in 48 ore manda un messaggio sbagliato alla cittadinanza. Soprattutto se a chi solleva dubbi si risponde: così è, punto. Governare in emergenza vuol dire farlo con senso di responsabilità e capacità di ascolto. Aver pensato a questo campo di accoglienza con i container come risposta a una possibile emergenza è un errore. Quanti immobili erano destinati a struttura ricettiva e ora sono vuoti? Il bisogno delle persone e la loro dignità devono essere tutelati, come la salute pubblica! Dmitrij PalagiConsigliere Comunale di Sinistra Progetto Comune Ascolta il podcast: le perplessità di Dmitrij Palagi su Nova Radio

“Firenze città aperta”: un sogno, un desiderio, un programma per il futuro.

16 Marzo 2020
La città è come in pausa, semi vuota oppure in coda, sorprendentemente ordinata, a distanza di sicurezza davanti ai supermercati, ognuna/o con il suo carrello, qualche volta con un libro da leggere nell’attesa. Poi alle 18 arrivano i notiziari della protezione civile, che sembrano bollettini di guerra. Da settimane vedevamo scene orribili, di spaventosa disumanità, alle frontiere della Grecia, sulle coste delle sue isole. Fucili e bastoni contro persone disperate che tendevano le braccia, pronte a ringraziare, da barche sovraffollate. Bambine e bambini oltre muri e fili spinati. Il virus da cui ci si voleva difendere era quello della disperazione, della sofferenza umana: il bisogno e la speranza di una vita migliore che spinge a partire – che ha sempre spinto a partire. Poi è arrivato il coronavirus, che non conosce frontiere né muri, viaggia sulle ali della libertà sempre riconosciuta alle merci (solo alle merci) dal neoliberismo, che ha da tempo contagiato il mondo con la sua razionalità economicistica, producendo solitudini, distruggendo natura e paesaggio, azzerando protezioni sociali. Diceva Margareth Tatcher che la società non esiste, esistono solo gli individui. Ognuno deve essere imprenditore di se stesso in una competizione universale. Adesso l’universale è arrivato in forma di virus. Adesso si scopre che nessuno si salva da solo. Che la nostra salute (salute-saluto-salvezza, come per i poeti antichi) dipende dalle altre e dagli altri, dalla comunità cui apparteniamo. Che avere tagliato in nome delle privatizzazioni risorse e posti letto negli ospedali pubblici, il personale e i reparti di terapia intensiva, mette in pericolo le nostre possibilità di vita. Non si è infermieri medici o anestesisti di se stessi. E tutto questo distrugge lavoro, artigianato e partite IVA, negozi e attività commerciali. Lascia le lavoratrici e i lavoratori dei servizi, i precari, gli operai delle fabbriche, quasi indifesi di fronte al pericolo del contagio. Gli ultimi, di nuovo, servi delle macchine e dell’economia come nel mondo prima del Novecento. Si torna improvvisamente a paure antiche, che riportano alle origini, al bios. La minaccia del contagio ci riconsegna alla nostra natura fragile, precaria. Rimette in scena il nostro corpo, il respiro, le parole, le mani. La nostra vulnerabilità. Il bisogno che abbiamo per esistere di appartenere a una comunità che ci accoglie, ci mette nel mondo e ci protegge. Ci fa diventare quello che siamo, con la nostra individualità e la nostra storia. Ci riconosce e ci permette di conoscerci. Nell’emergenza cresce un’etica dell’aiuto reciproco che ci unisce e si mostra dalle finestre e dai balconi. Nelle lenzuola che abbiamo visto esposte davanti agli ospedali di Firenze in cui si ringraziavano tutte e tutti gli operatori che assistono i malati. Adesso, nell’epoca della post-verità, dove sembra si possa dire qualunque cosa e la conoscenza è considerata roba da “professoroni” buona per i salotti delle élite, medici e ricercatori sono diventati la nostra speranza. Un po’ tardi, considerato come i governi hanno trattato la ricerca in questi anni. Ma la scienza sembra ritrovare la sua autorevolezza. Firenze Città Aperta è vicina a

Lo statuto dei miserabili

10 Marzo 2020
Le rivolte nelle carceri italiane innestano, nella delicata situazione dell’emergenza per il Coronavirus, inedite manifestazioni, ma non nuove esigenze. Da circa quarant’anni, infatti, non accadeva di vedere scoppiare sommosse in decine di istituti penitenziari. In carcere la vita quotidiana è debolmente sospesa a un filo di speranza: un sorriso, una visita, la prospettiva di poter uscire e ricominciare. Quando in carcere scoppia una rivolta, significa che quel debole filo si è rotto trasformando la speranza in disperazione. Il sovraffollamento carcerario ormai registra una media nazionale del 119% (ma in alcuni istituti si arriva al 200%) sulla capienza regolamentare – presumibilmente calcolata tenendo conto degli spazi comuni e di quelli occupati dai letti. Tra i detenuti i suicidi nel 2019 sono stati 53. Sul corpo di polizia penitenziaria, già sottoposto a turni e a condizioni di lavoro duri, si riversano le conseguenze della condizione in cui versano i detenuti. Anche tra le fila degli agenti i casi di suicidio sono alti (un centinaio negli ultimi 10 anni). Il Pianeta Carcere è tutto qua, nei numeri del collasso e nei centimetri a disposizione per compiere il percorso rieducativo. Facendo finta che le leggi adottate dallo Stato per l’organizzazione della vita penitenziaria siano rispettate. Chiunque conosca il carcere sa perfettamente che chi fomenta rivolte e tiene in ostaggio qualcuno va punito con severità. L’emergenza odierna ha, però, messo a nudo il problema principale: l’umanità assente nelle relazioni tra Stato e istituti. La repressione violenta come unica risposta alle sommosse porterà a interrompere l’escalation, lasciando invariato e urgente il problema principale. Il virus ha cambiato la nostra percezione degli avvenimenti, inibendo le nostre già scarse difese immunitarie dall’irrazionalità. Rinunciare a una stretta di mano per noi comporta un transitorio imbarazzo. In carcere è molto di più. Un’operatrice del carcere di Foggia, ha spiegato che il saluto e la stretta di mano, sempre e comunque, sono tra le regole non scritte del carcere: “Non è stanca abitudine, l’ostentazione di un’educazione in parte ritrovata, a tratti forzata. Non era, non è, ubbidienza alla realtà ristretta”. Stringersi la mano per riconoscersi la dignità di esseri umani pur in quei pochi centimetri di spazio che stanno tra le sbarre e il cesso. Cosa si potrebbe fare? La popolazione detenuta ha per tradizione scarsa fiducia nelle promesse. Le rivolte sono iniziate per la decisione del Dap di interrompere i colloqui con i familiari. Una misura necessaria a contenere il pericolo contagio. I collegamenti Skype non sono, però, materia di qualche giorno: occorre trovare i computer, avere la connessione di rete, organizzare la turnazione tra i detenuti in maniera da evitare ulteriori problemi. Un progetto che ha bisogno di mesi (e di cui, peraltro, si parla già da qualche anno). S’ipotizzano un’amnistia e soprattutto un indulto, ma anche per avviare il delicato meccanismo istituzionale a ciò necessario occorrono mesi e mesi. E allora? Riccardo De Vito, magistrato di sorveglianza e presidente di Magistratura Democratica, ha spiegato che si potrebbe pensare alla “detenzione domiciliare fino a 2 anni, dopo aver accertato

Buon LOTTO MARZO a tutte!

8 Marzo 2020
Viviamo giorni di grande preoccupazione. Oggi è l’8 marzo, la festa delle donne, trasformata dai movimenti femministi in “sciopero globale” delle donne. Noi italiane non potremo manifestare, ma con il cuore e la mente siamo con le centinaia di migliaia che ancora combattono per una società nuova, libera e felice. In questa giornata eccezionale, di preoccupazione e insieme di lotta, il pensiero di Firenze Città Aperta va a tutte le lavoratrici e i lavoratori del sistema sanitario #pubblico e dell’amministrazione cittadina; alle volontarie e ai volontari delle associazioni di solidarietà e a tutte/i coloro che si stanno infaticabilmente prodigando per affrontare la crisi. Siamo solidali con chi, nella difficile situazione attuale, ha già perso il lavoro o ha lo stipendio sospeso. Oggi lottare significa anche chiedere a gran voce che i governi di ogni livello (locale, regionale e nazionale) si adoperino per salvaguardare i posti di lavoro e sostenere le fasce più deboli della popolazione. E lottare insieme significa anche, e soprattutto, che tutti e tutte in questi giorni adottiamo comportamenti responsabili e solidali. L’unità e la solidarietà sono l’unica via verso una società nuova, libera e felice: ce lo insegnano le donne. Buon LOTTO MARZO a tutte! Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

La tramvia da Piazza della Libertà a Bagno a Ripoli

13 Dicembre 2019
Firenze Città Aperta è favorevole alla nuova linea tramviaria che collegherà Piazza della Libertà e Bagno a Ripoli. La tramvia ha infatti il pregio di togliere spazio alle auto, disincentivando il traffico privato. Tuttavia, rileviamo anche le criticità insite nel progetto e la necessità di alcuni significativi miglioramenti. Sia i problemi che i margini di miglioramento sono legati all’esigenza di una maggiore integrazione e interconnessione trasversale con la rete ATAF, con il sistema ferroviario metropolitano, con la rete ciclabile e con il traffico su gomma. Si tratta di un’opera che ha un impatto significativo su tutta la città e che implica una quantità di investimenti economici impressionante. Per questi motivi, non può rimanere ancorata a un progetto di vent’anni fa, sebbene la giunta comunale non mostri l’intenzione di ridiscuterlo e ripensarlo nel confronto con chi ha avanzato critiche costruttive specifiche e puntuali. L’insistenza dell’attuale amministrazione sulla tramvia come unica risposta al problema della mobilità ci pare limitante, soprattutto all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce la corretta assegnazione tramite gara della gestione dei servizi su gomma ad AutolineeToscane, a scapito di Mobit. Al contrario, pensiamo che sia irrimandabile la pianificazione di un trasporto pubblico ben integrato tra tramvia, autobus e minibus elettrici, ferrovia, bicicletta e gomma, e sottolineiamo l’importanza di creare parcheggi scambiatori gratuiti per lavoratori, studenti e pendolari. Nel frattempo aumentano i km di piste ciclabili, ma senza una reale interconnessione né una loro efficiente integrazione con il sistema di trasporto cittadino. Le piste ciclabili si fanno dove c’è posto, giusto per aumentarne i km, ma non dove realmente servirebbe. Meglio che nulla? Non ci basta! E non ci basta l’attenzione alla sicurezza stradale: la mortalità di pedoni e ciclisti è in aumento: ribadiamo la necessità di allargare la zona a 30km/h, di realizzare più attraversamenti pedonali e ciclabili rialzati e debitamente illuminati e segnalati e di adeguare quelli esistenti. Insomma tramvia sì, ma nel contesto di un piano integrato di mobilità pubblica serio e capillare, come abbiamo già sostenuto nel nostro programma elettorale. Il nostro programma. Firenze Città Aperta Immagine di MarcusObal – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Salvini e Bocci ci attaccano per la nostra bandiera “Grazie Carola”

30 Luglio 2019
Il Ministro della Paura continua la sua campagna sulla pelle dei migranti: domenica ha deciso di attaccare noi di Firenze Città Aperta e Sì – Toscana a Sinistra per aver esposto la nostra bandiera “Grazie Carola”. Sotto leggete le nostre risposte. Informiamo Matteo Salvini che non solo ringraziamo Carola, ma anche Mediterranea, i pescherecci e tutte le persone che ci fanno rimanere umani e, a differenza di lui, non ci fanno vergognare di essere italiani, europei e cittadini del mondo.. Salvini attacca Firenze Città Aperta e Sì – Toscana a Sinistra. Non lo paghiamo per questo, ma evidentemente non gli riesce proprio di lavorare. Ora saremo oggetto di attacchi di haters, finti omuncoli e qualche fascistello. Siamo in una lista prestigiosa insieme a Carola, Saviano, Montanari e tante altre persone per bene. Cari leghisti è bene che iniziate ad avere paura degli italiani. Non avete fatto un solo provvedimento a favore degli italiani, siete servi dei padroni, come tutti quelli che hanno comandato sino ad oggi. Siete fatti della stessa pasta. Ma presto vi chiederemo il conto. E lo zero del vostro bilancio certificherà la vostra nullità Ovviamente si sono scatenati i commenti sulla nostra pagina e la ciliegina sulla torta del degrado umano è stato l’intervento di Bocci (di cui riportiamo il virgolettato per chiarezza). Bocci scrive: “Trova le differenze: I compagni della sinistra in Regione Toscana “celebrano” la capitana Carola finita davanti ai giudici accusata di una serie di gravi reati, ma si dimenticano i funerali del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Complimenti… A Palazzo Vecchio, su mia proposta come portavoce del centrodestra, la bandiera col giglio è stata messa a mezz’asta e il Gonfalone della città di Firenze listato a lutto in concomitanza coi funerali del nostro Carabiniere ucciso barbaramente a Roma” A cui non abbiamo fatto mancare una nostra replica “l’Ex candidato sindaco Ubaldo Bocci scimmiotta Salvini nell’attaccarci credendo di onorare la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega contrapponendo la sua uccisione all’immagine di Carola, che ha come unica “colpa” di aver salvato delle vite… come se i carabinieri non dovessero salvare vite, come se fosse un qualcosa di cui vergognarsi. Ma chiaramente le strumentalizzazioni e le contraddizioni non spaventano Bocci che in campagna elettorale sbandierava la madonna di Lourdes e che oggi strumentalizza la morte di un servitore dello stato per prendersela con chi salva naufraghi. Crocifissi, madonne o carabinieri: va bene tutto se serve a guadagnare qualche like per la propria macchina del fango.” Nel frattempo in consiglio comunale il nostro Dmitrij Palagi depositava interrogazione urgente proprio sulle reazioni delle destre all’omicidio del vice brigadiere, sulla strumentalizzazione a sfondo razzista e xenofoba della sua morte. Qui la sua spiegazione dell’avvenuto. Oggi in aula abbiamo provato a chiedere di non strumentalizzare la morte di un funzionario dello Stato. Spiace leggere… Dmitrij Palagi paylaştı: 29 Temmuz 2019 Pazartesi Qui il comunicato stampa sul sito del comune. https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/omicidio-vice-brigadiere-cerciello-rega-palagi-e-bundu-spc-presa-di-posizione
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UNA IMMIGRATA LA PRIMA VITTIMA: IL PREFETTO RITIRI L’ORDINANZA ZONE ROSSE

19 Aprile 2019
Qui la notizia: la nazione-zone rosse 19.04.19 Ritiratela. Non avete altra via d’uscita per salvare la faccia. Il prefetto ritiri l’ordinanza e il sindaco chieda scusa alla città per aver applaudito ad un provvedimento liberticida, incostituzionale e autoritario. Ve lo hanno già chiesto l’ordine degli avvocati e la magistratura. Oggi che la prima vittima del provvedimento è una tranquilla lavoratrice che aspettava l’autobus ve lo chiede anche il buon senso. Salvini, Nardella, i vostri provvedimenti antidegrado oscillano tra la tragedia ed il ridicolo. Chi non sa risolvere i veri problemi, chi non sa governare ed amministrare, se ne torni a casa. Lista Firenze Città aperta
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LA TUA FIRMA PER LA LISTA FIRENZE CITTÀ APERTA!

18 Aprile 2019
È partita la raccolta di firme per la presentazione della lista Firenze Città aperta! Deve concludersi entro martedì 23 aprile con almeno 500 firme raccolte. Ecco qui la lista: LISTA FCA Comune di Firenze 2019 I tempi sono stretti e si richiede il contributo attivo di tutte e tutti. Chi è candidato/a in liste (per Comune o Circoscrizione) non può ovviamente firmare ma si impegna a portare altre persone! Firma chi è residente a Firenze ed ha compiuto 18 anni I punti di raccolta sono il Circolo ARCI Porta al Prato e il Circolo Il Progresso (via Vittorio Emanuele) Per il circolo di Porta al Prato (via Porte Nuove 33) siamo presenti da martedì 16 a sabato 20 nei seguenti orari: da martedì a venerdì ore 17,30- 22 sabato ore 9,30-13,30 Affiancheremo anche la raccolta in alcuni luoghi pubblici, in particolare mercati, in orari specifici, in via di definizione. VIENI PRIMA POSSIBILE!
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Bocci: a scuola di Costituzione!

18 Aprile 2019
Il signor Bocci, candidato a Sindaco di Firenze per lo schieramento di destra, ha dichiarato che non parteciperà alla Festa della Liberazione il 25 Aprile. Eppure in questa ricorrenza si riconoscono tutte le forze che hanno combattuto il fascismo, dato vita alla Resistenza, elaborato la Costituzione. Verrebbe spontaneo consigliare al signor Bocci un corso intensivo ed accelerato di scuola serale perché apprendesse cosa è stato il fascismo, da chi era composto il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), da chi, per rimanere a livello locale, è stata liberata Firenze, quali sono i principi antifascisti affermati dalla Carta Costituzionale. Ma sappiamo bene che lui sta dall’altra parte, dalla parte di quanti negano che la vita democratica di questo Paese abbia le sue radici nella Resistenza e nella Costituzione, vorrebbero tornare ad un regime autoritario ed oppressivo, strizzano l’occhio ai fascisti del terzo millennio di Casa Pound che portano avanti, come sta facendo il Ministro dell’Interno, politiche discriminatorie e razziste. Per tutti questi motivi il signor Bocci è incompatibile con la carica di Sindaco di Firenze, città medaglia d’oro per il ruolo svolto nella Resistenza. Lista FIRENZE CITTÀ APERTA
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“Mini Daspo”? No, grazie.

12 Aprile 2019
“Mini Daspo”? No, grazie. I candidati dell’Associazione Firenze Città Aperta stigmatizzano l’ordinanza che istituisce aree vietate ai cittadini “indesiderati”. La città sicura è quella in cui donne, uomini e bambini possono abitare, incontrarsi, muoversi liberamente, riappropriarsi degli spazi e dei beni comuni, accogliere le differenze e farle diventare ricchezza per il futuro. Il sindaco uscente Dario Nardella, lanciato in campagna elettorale all’inseguimento della Lega e della peggiore destra, e in pieno accordo con la Prefetta Laura Lega, prosegue la sua opera di sterilizzazione della città attraverso l’espulsione di cittadini “indesiderati” dalle zone più frequentate dai turisti. Si rafforza l’idea di una città a mobilità limitata, dove la “sicurezza” si realizza attraverso la costruzione di barriere e di confini che scavano una profonda cesura fra centro storico, vetrina commerciale per i turisti, e il resto della città, lasciata all’improvvisazione e spesso all’abbandono. La creazione di “zone rosse” rappresenta una limitazione arbitraria della libertà personale, e non è un caso che Nardella si appelli al decreto Minniti, a conferma della sostanziale continuità fra l’attuale governo e il precedente. Come si procederà all’attuazione? Avremo pattuglie di poliziotti o di vigili urbani ad ogni angolo, a chiedere l’identificazione (immotivata) di chi si appresta ad entrare in Borgo San Lorenzo oppure nei giardini della Fortezza? Oppure, ipotesi più probabile, l’identificazione avverrà in base all’abbigliamento, al colore della pelle, all’ispirazione del momento? La mercificazione della città viene difesa con provvedimenti sempre più repressivi, illiberali e anticostituzionali: non è questa la “sicurezza” che vogliamo, una “sicurezza che mette a rischio la libertà di tutte e di tutti. La città sicura è quella in cui donne, uomini e bambini possono abitare, incontrarsi, muoversi liberamente, riappropriarsi degli spazi e dei beni comuni, accogliere le differenze e farle diventare ricchezza per il futuro. I candidati e le candidate dell’associazione “Firenze Città Aperta” Daniela Chironi Marco Filippini Sara Cassai Filippo Zolesi Annaclaudia Franci
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Antonella Bundu firma protocollo Rifiuti Zero

7 Aprile 2019
Firenze 6 aprile 2019 Caffé Letterario LE murate Firenze Città Aperta 10 passi verso i RIFIUTI ZERO ANTONELLA BUNDU firma il protocollo d’intesa con la presenza di ROSSANO ERCOLINI garante e presidente di Zero Waste Italia https://youtu.be/wexoI11aZXw riprese Giancarlo VENTURI

Lorenzo Orsetti

18 Marzo 2019
Come Firenze Città Aperta esprimiamo al nostro compagno Alessandro il nostro più profondo dolore per la scomparsa di suo figlio Lorenzo. Molti di noi non sapevano che Lorenzo fosse volontario in Siria per cui la notizia della sua morte oggi ci ha raggelati. Alessandro oggi ha detto a ragione di essere orgoglioso di lui. In un mondo di egoismo frammentato, una scelta di vita come quella che ha fatto suo figlio costituisce un esempio di generosità che stordisce e lascia senza parole. Conta su di noi per diffondere il messaggio di umanità che la vita di Lorenzo custodisce. Ad Alessandro, a sua moglie, alla figlia e a tutta la sua famiglia giunga il nostro abbraccio più sentito e il nostro più sincero affetto, il coordinamento di Firenze Città Aperta

UNA COALIZIONE VERA E UNA FUSIONE DI INTENTI-NASCE UNA NUOVA SINISTRA

7 Marzo 2019
Venerdì 1 Marzo, per la coalizione di sinistra – alternativa sia al Pd del sindaco Nardella sia alla destra – che sostiene la candidata sindaca Antonella Bundu, è stato un vero giorno di festa. Perché a Firenze, va detto senza indugi, è accaduto un miracolo vero. La sinistra a sinistra del PD si presenterà unita alle elezioni amministrative del prossimo maggio. La coalizione è un progetto largo che tiene insieme associazioni come Firenze Città Aperta e partiti politici come MdP, Possibile, Potere al Popolo, Rifondazione e Sinistra Italiana. Possiamo inoltre contare sul prezioso appoggio del gruppo consiliare comunale Firenze Riparte a Sinistra, oltre che sui gruppi degli altri partiti che compongono la coalizione. La coalizione ha scelto una candidata che, con il suo profilo di attivista, le sue origini (il padre era della Sierra Leone, dove anche lei ha vissuto), il suo impegno a fianco dei movimenti antirazzisti, dei migranti, per la difesa dei diritti civili e dei beni comuni e con la sua stessa storia di cittadina del mondo, incarna e rappresenta i valori storici della sinistra. Dunque una coalizione vera e una fusione di intenti e non, come abbiamo avuto occasione di leggere, uno spezzatino di sinistra. Firenze è l’unica città in Italia fra quelle che andranno al voto fra qualche mese – fra l’altro la più importante di tutte le città impegnate nella disputa elettorale – nella quale la sinistra si presenta con una coalizione così ampia e unitaria, insieme civica e politica (e questa è un’altra importante novità). Il percorso di ricomposizione, durato un anno, è stato affrontato con spirito libero e aperto e con grande senso di responsabilità da parte di tutti. L’auspicio è che Firenze rappresenti, ben oltre il perimetro locale e regionale, un piccolo-grande laboratorio politico della sinistra a livello nazionale. Questa consapevolezza unisce la coalizione, non annulla le differenze certo, ma rafforza la convinzione che sia sempre più urgente definire una proposta politica unitaria e alternativa sia alla destra, sia al sempre più declinante Partito Democratico. Ripartiamo da Firenze per restituire alla nostra città la vocazione di città internazionale e della pace, i suoi valori storici di città antifascista, aperta, accogliente verso tutti i cittadini del mondo. Abbiamo l’ambizione di governare la città, di chiudere la pessima stagione delle privatizzazioni, dell’inceneritore a tutti i costi, dell’allargamento dell’aeroporto a tutti i costi, delle opere inutili, dannose e costose che non creano lavoro e sviluppo ma ingrossano solo il portafoglio dei poteri forti. Proponiamo idee innovative, rivolte al futuro, alla valorizzazione dell’ambiente, delle energie rinnovabili e pulite, alla mobilità sostenibile, alla riqualificazione delle periferie, alla riaffermazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. E lo facciamo a fianco di Antonella Bundu, del suo volto pulito e sorridente, di donna nera, fiorentina e di sinistra, lontana anni luce dalle tristezze della vecchia politica.

Antonella Bundu candidata Sindaca

1 Marzo 2019
Antonella Bundu annuncia la sua candidatura a Sindaca di Firenze alle elezioni comunali che si terrranno il 26 maggio 2019. Perché mi candido Sono un’attivista indipendente da sempre. Anche se non ho mai fatto parte di un partito politico, è dall’adolescenza che mi impegno nelle lotte che reputo giuste e per i valori in cui credo. Questi valori si richiamano tutti all’idea di uguaglianza e sono dunque i valori storici della sinistra. Se mi guardo intorno, credo che i miei valori siano oggi negati, privati di una degna rappresentanza dentro le istituzioni pubbliche ed è per questo che mi candido come sindaca della mia città. Destra e sinistra rimangono concetti e orizzonti separati. Intorno a me vedo una deriva di estrema destra, che si fa sempre più evidente, e non credo che il centrosinistra (o ciò che si autodefinisce come tale) possa arginarla. Il centrosinistra non fa che scimmiottare la destra, affannandosi a dare risposte alle paure irrazionali che vengono alimentate ad hoc dalla destra, senza mettere mano alle questioni reali che andrebbero affrontate per migliorare la vita di tutti i cittadini e le cittadine, indipendentemente dalla nazionalità.   Alcuni sembrano aver dimenticato che le politiche di sinistra devono poter includere tutti e tutte e non essere a vantaggio di pochi. Io non intendo accettare la narrazione prevalente e far passare per emergenze i deliri securitari della destra xenofoba. Dal mio punto di vista, le vere emergenze riguardano gli alloggi, la tutela dei diritti dei lavoratori, la lotta alle discriminazioni tutte, il rafforzamento dei servizi pubblici, la promozione della cultura, le politiche d’inclusione dei soggetti più deboli a prescindere dalla loro provenienza. Penso ad una città vivibile e accogliente per tutti e tutte, che faccia delle diversità una ricchezza culturale; una città come una piazza alberata con panchine dove condividere il sole. Spero che la mia candidatura serva a far ritrovare la voglia di impegnarsi per i propri diritti anche ai molti, ormai troppi, cittadini che rinunciano a esprimersi e persino a votare. Io ho sempre votato, perché credo fermamente nell’utilità di questo nostro diritto conquistato con il sudore e le lotte, ma conosco molte persone che non si presentano ai seggi ormai da anni. C’è una parte sempre più consistente di persone che non si sentono rappresentate dai partiti maggiori, o che si scoraggiano di fronte alla grande frammentazione dei partiti della sinistra. Uno dei motivi per cui ho accettato di candidarmi è l’ampiezza della coalizione che mi sostiene, che con le sue sfumature saprà porsi come riferimento per chi cerca una sinistra vera e unita, alla quale sono felice di poter dare il mio contributo. Noi siamo qui per vincere, non per partecipare. Al ballottaggio ci saremo noi, ma se così non dovesse essere, non farò apparentamenti né alcun tipo di accordo con le liste del centrosinistra e non darò indicazione di voto. So che sarà una grande sfida, ma sono pronta. In questi mesi avrò molto da imparare, ma anche tanto da dare. Sarò nelle strade e

Inaugurazione sito firenzecittaaperta.it

27 Febbraio 2019
Ebbene sì.. ecco finalmente il sito dell’associazione Firenze Città Aperta! Un sito che darà voce sia a tutte quelle persone che in questi anni hanno continuato a impegnarsi per una Firenze migliore nei movimenti sociali, sul territorio, in consiglio comunale e nei quartieri; sia a chi desidera farlo oggi. È questa la società civile che fa nascere Firenze Città Aperta, che vuole essere molto più di una semplice associazione: lo strumento per il cambiamento della nostra città. Firenze Città Aperta incarna i valori e le idee che da sempre la sinistra esprime e che le ultime amministrazioni hanno costantemente contrastato e vuole quindi guardare al futuro, dando rappresentanza politica alla Firenze solidale, antirazzista, femminista, ecologista, antifascista, accogliente, partecipata, gioiosa. Leggi qui il documento politico che ha avviato  il nostro percorso comune: Su la Testa, per un cantiere della sinistra fiorentina  

L’OTTO MARZO SCIOPERIAMO! SCIOPERO GLOBALE TRANSFEMMINISTA

24 Febbraio 2019
Firenze Città Aperta dalla parte delle Donne e delle soggettività LGBTQI sostiene il movimento Non Una Di Meno e invita allo Sciopero Globale Transfemminista l’8 marzo! Contro tutti i tipi di violenza sulle donne Contro le molestie, gli stupri e i femminicidi in continuo aumento nel nostro paese Contro il Decreto Pillon Contro la cultura maschilista e sessista diffusa Contro omofobia e transfobia Contro la strumentalizzazione del corpo delle donne in senso razzista Contro le disparità salariali Contro i recenti attacchi al diritto all’aborto STATO DI AGITAZIONE PERMANENTE!

SOLIDARIETÀ’ ALLA POLVERIERA!

6 Dicembre 2018
La Polveriera deve essere sgomberata. Lo ha deciso l’Azienda Regionale per il Diritto allo studio. Ancora una volta la sinistra di governo non riesce a sottrarsi alle logiche dell’autoritarismo e della autoreferenzialità. Si prova a mettere fine così, con una sorda prova di forza, ad una delle esperienze culturali più originali ed innovative della città. Un luogo di resistenza culturale in un centro storico sempre di più ridotto a guscio vuoto, giostra senza anima per turisti distratti e di corsa. Noi siamo per una città delle arti e dei saperi, della cultura e del lavoro dignitoso. Inseriremo nel nostro programma elettorale un piano per la promozione di esperienze di autogestione degli spazi pubblici. Firenze avrebbe dovuto dire un grazie a chi in questi anni si è impegnato in questo percorso. Lo facciamo noi assicurando alla Polveriera il nostro appoggio e la nostra solidarietà. Solidarietà alla Polveriera!