C’è un Giudice a Firenze…
Breve cronaca giudiziaria in tempi di epidemia (a lieto fine)
C’è un’azienda “leader nel settore della consegna a domicilio di pranzi e cene” che vanta partnership con i migliori ristoranti e che assicura di portarti a casa tutto quello che desideri, dalle tagliatelle della nonna alle prelibatezze di uno chef stellato. Un’azienda che vanta “milioni di clienti” in tutto il mondo e sedi in ogni parte del pianeta e forse anche oltre.
C’è poi un rider per il quale l’emergenza è come se non ci fosse, pedala come prima, lavora come prima, stessi turni massacranti, stessa fatica, stessa miseria di paga. Anzi lavora forse di più, ché tutti vogliono stare al sicuro a casa con marito/moglie e figli, evitando magari anche di fare la spesa, tanto c’è il rider che mi porta a casa da mangiare.
Il rider, venuto da chissà quale parte delle Terra, si sogna di fare una richiesta impensabile, lasciando tutti sbalorditi: ma i dispositivi di sicurezza?! Possibile che non ci diano almeno dei guanti, una mascherina, un disinfettante per i contenitori? Insomma è matto. In questi tempi di emergenza va ad impuntarsi su questi cavilli. Ha voglia di lavorare o no? Ma la Madreterra che l’ha portato sino a Firenze per chissà quali percorsi deve avergli insegnato in qualche momento della sua vita che la vita è dignità e quindi che anche il lavoro è dignità. Che vuol dire anzitutto rispetto per sé stessi. E allora il rider si impunta a fa una cosa davvero folle. Si rivolge al Tribunale del lavoro di Firenze, in un periodo in cui, per di più, i Tribunali sono chiusi e le udienze sospese.
Il Tribunale del lavoro di Firenze, ritiene che la questione debba essere affrontata nonostante la chiusura delle aule di giustizia poiché ha ad oggetto “la tutela di diritti fondamentali della persona”, visto il “rischio di un possibile contagio”, ritiene che le norme sulla sicurezza sul lavoro si applichino anche ai riders e senza neanche convocare l’azienda in pochi giorni le “ordina” di consegnare immediatamente i dispositivi di sicurezza indispensabili per proteggere la salute del lavoratore.
Il piccolo rider ha vinto molto di più che una mascherina ed un paio di guanti. Perché ci ha dato coraggio in un tempo buio, ricordandoci che la strada dei diritti non deve conoscere ostacoli, non deve fermarsi neppure davanti ad una multinazionale, neppure davanti all’imperatore.
Anche in questa notte, bisogna crederci.