Autonomia differenziata dopo la sentenza della Corte Costituzianale

By utentefca 5 giorni ago
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AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
La pronuncia della Corte Costituzionale affonda in sette punti chiave la legge 86 dell’Autonomia differenziata, cancellandone gli elementi di più netta incompatibilità con il regionalismo disegnato nella Costituzione.
Si conferma così la validità delle ragioni del quesito referendario interamente abrogativo, col suo milione e 300mila firme raccolte dall’intensa e diffusa mobilitazione dell’estate scorsa, a cui anche qui a Firenze abbiamo contribuito. Il 15 dicembre la Corte di Cassazione si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum.

La Corte Costituzionale stabilisce, ad esempio, che i Lep (livelli essenziali delle prestazioni) non possono essere determinati per DPCM ma solo dal Parlamento, specifica che la devoluzione non può essere per intere materie o ambiti di materie, ma solo per puntuali funzioni e deve essere giustificata per la singola regione e in osservanza del principio costituzionale di sussidiarietà.
Nel complesso, in attesa della pubblicazione della Sentenza, è una pronuncia interpretativa dell’art. Cost. 116.3 che inquadra l’autonomia speciale nel contesto costituzionale “dell’unità della Repubblica, della solidarietà tra le regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini, dell’equilibrio di bilancio”.

Intanto un primo obiettivo, come sottolinea Villone presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale, è lo STOP delle trattative già avviate dal ministro Calderoli con quattro regioni del Nord e insistere perché il referendum, proprio perché abrogativo dell’intera legge si tenga.

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