È indubbio che il Governo attuale tenga maggiormente presenti le esigenze della grande impresa che quelle dei lavoratori e delle lavoratrici (come del resto hanno fatto, in misure diverse, tutti quelli – di destra, di centro e di centro-sinistra – che l’hanno preceduto).
Per superare la drammatica crisi che stiamo vivendo, occorre impegnarsi a livello politico-istituzionale, ma anche in ambito sociale, sindacale e di movimento su obiettivi precisi:
– la tutela dei diritti di chi lavora, che sono sotto attacco da parte della Confindustria con il pretesto dell’emergenza;
– il sostegno doveroso delle istituzioni, attraverso il reddito di cittadinanza, a chi il lavoro lo perde (o viene reso ancor più precario);
– la regolarizzazione di tutte/i le/i migranti presenti in Italia (un punto su cui Salvini, rimasto un po’ in ombra perché oscurato dal virus, è tornato ad essere sé stesso);
– l’istituzione di un’imposta patrimoniale per reperire i fondi necessari (per far fronte alla crisi economica e occupazionale);
– il rilancio, con adeguati finanziamenti, della sanità pubblica, di cui il virus ha messo ancor più in luce l’insostituibilità;
– la riproposizione con forza delle misure urgenti, a livello nazionale e locale, per contrastare la devastazione dell’ambiente;
– la riduzione delle spese militari;
– l’inversione di rotta rispetto alle politiche militariste e di guerra che l’Italia ancora persegue (con l’acquisto degli F/35, ad esempio);
– la cessazione della produzione e del commercio di armi;
– la revisione in profondità del sistema educativo.
Il tutto accompagnato da un’accorta vigilanza sul fatto che i provvedimenti dettati dall’emergenza siano effettivamente necessari e non divengano stabili.
È affrontando questi temi, dandoci questi obiettivi, mobilitandoci su di essi, che si potrebbe cercare veramente che nel dopo-emergenza non si tornasse alla normalità di prima.
Moreno Biagioni